Contrariamente a quanto si possa pensare, la scoliosi non è soltanto un problema di bambini e adolescenti. Anche gli adulti possono esserne affetti, sia come evoluzione di forme giovanili che come segno d’invecchiamento.

 

COS’E’ UNA SCOLIOSI?

La scoliosi è una deformità della colonna vertebrale nei tre piani dello spazio. I segni clinici più evidenti sono la curvatura della colonna vista da dietro, e la presenza di gibbi o salienze a tronco flesso a livello dorsale o lombare.

 

QUANTE FORME DELL’ADULTO ESISTONO?

Ne esistono due. La prima (“idiopatica”) è dovuta all’evoluzione di una scoliosi dell’adolescente non trattata o che il trattamento in corsetto è stato in grado solo di rallentare. In questi casi si verifica un lento e costante peggioramento, esprimendo quella che viene definita come evolutività residua.

La seconda forma è definita come scoliosi “de novo” o “degenerativa”, dovuta per l’appunto ad un invecchiamento delle vertebre e dei dischi, con conseguente insufficienza meccanica della colonna. Si manifesta verso i 45-50 anni e si può presentare con dolore e disturbi neurologici.

 

COSA AVVIENE?

L’alterazione del normale equilibrio biomeccanico della colonna comporta aggiustamenti inconsapevoli dell’azione muscolare. Questi, a lungo andare, possono determinare la comparsa di dolore. L’asimmetrico lavoro svolto dalla colonna causa la degenerazione precoce dei dischi e in particolare delle articolazioni vertebrali causandone l’artrosi. Altro avvenimento possibile è il restringimento del canale vertebrale, sempre su base degenerativa, che si manifesta più spesso con disturbi neurologici agli arti inferiori e alla marcia.

 

COME SI DIAGNOSTICA?

Quando non è visibile ad occhio nudo, è possibile diagnosticarla con una radiografia del rachide in toto in piedi in proiezione frontale e laterale. Con queste immagini è possibile studiare, attraverso precise misurazioni, l’equilibrio della colonna. Tra queste si prendono in considerazione l’ampiezza della curva (misurata in gradi Cobb) sulla proiezione frontale, e i valori delle curve della cifosi dorsale e della lordosi lombare, oltre ai parametri pelvici, sulla proiezione laterale.

Nei casi di scoliosi idiopatica, alla fine della crescita somatica (16-18 anni) viene consigliato di eseguire una radiografia ogni 5 anni per monitorare un eventuale peggioramento. Nelle scoliosi de novo è in genere il dolore o la deformità estetica a indurre il medico di medicina generale a consigliare approfondimenti radiografici.

 

COME SI TRATTA?

Quanto il problema principale è rappresentato dal dolore, spesso il trattamento passa in prima battuta per l’utilizzo di antidolorifici e fisioterapia per il controllo del dolore. La rieducazione è mirata principalmente ad un lavoro muscolare che migliori l’equilibrio della colonna vertebrale.  Spesso si ricorre anche all’utilizzo di un corsetto per ridurre la sintomatologia dolorosa.

Quando il dolore e la limitazioni diventano ingestibili, o con la comparsa di deficit neurologici degli arti inferiori, il ricorso all’intervento diventa necessario. Lo scopo è quello di stoppare l’evoluzione della scoliosi, correggere parzialmente le curve e bloccare una parte delle colonna tramite l’utilizzo di viti e barre, realizzando di fatto un’artrodesi, ossia una fusione ossea.